mercoledì 13 febbraio 2019

Carnevale


Siamo giunti a Carnevale,
non pensiamo all'inflazione
ed il termine invernale
festeggiam per l'occasione.

V'è una grande eccitazione
e secondo tradizione
è il momento dell'annuale
defaillance intellettuale.

Fin dal tempo dei romani,
cittadini oppur villani
festeggiavan da maiali
questi riti saturnali.

Oggi non si può più fare,
tutt'al più possiam ballare,
mascherando i lineamenti
dietro facce sorridenti.

Folleggiamo con saggezza,
oggi niente concretezza;
sol l'effimero, si sa,
rende lieta la realtà.


(Budapest 20/2/1995 ©Antonio Monaco)

mercoledì 15 febbraio 2017

Smartphone


Sono assorto con la mente
Non mi accorgo ormai di niente
E non guardo le persone
Ma soltanto lo smartphone.
I messaggi sempre leggo
Poi rispondo e mai correggo.
Parlo sempre al cellulare
Tutto il tempo che mi pare.
Son padrone d'un gioiello:
Che mi serve a fa' il cervello?

venerdì 9 settembre 2016

Le diete


Oggigiorno la dietetica
e' di ispirazione ascetica
e con pochi carboidrati
lavi tutti i tuoi peccati.


Chi fa la dieta a zone
e' un grande credulone.
La dieta dissociata
e' una grande boiata.

E' molto cervellotica
la dieta macrobiotica.
Mi par molto strana
la dieta vegana.

Perche' andar cosi' lontano?
e' piu' a portata di mano
la dieta mediterranea:
una soluzione spontanea!

Su da bravi figlioli
fatevi pasta e fagioli;
se poi volete la gloria
mangiate fave e cicoria!

Antonio Monaco 9/9/2016

lunedì 8 agosto 2016

Non mi pento del Salento



Cosa faccio al mattino?
Per la strada m'incammino
e con il bastoncino
mi diverto a provocare
l'improvvida esplosione 
del cocomero asinino,
cosi' torno bambino.
Poi colgo le more,
fotografo gli insetti,
specialmente i ragnetti,
lucertole e farfalle,
alberi e vecchi muretti.
Al mare faccio il bagno
fino a diventare viola,
raccolgo i sassolini
piu' belli e colorati
(si faceva da bambini).
Sto sotto l'ombrellone
finche' c'e' il solleone
poi mi distendo al sole,
non vi racconto fole.
Cosa faccio la sera?
La sera mi diverto:
ci sono tanti eventi,
tutti molto divertenti
A casa torno contento:
del Salento non mi pento!

martedì 2 agosto 2016

Quando travaso il vino


Quando travaso il vino
lo guardo mentre scorre
nell'allegra bottiglia.
Estasiato dal colore rubino
sento il profumo divino:
quanti momenti di felicita'!
Chiudo amorosamente le bottiglie,
svuoto la damigiana,
contento d'aver fatto
la mia buona azione quotidiana!

Son leggeri i miei passi



Son leggeri i miei passi,
cammino e non mi stanco
sulla strada polverosa,
fresco come una rosa.

Ma con il sole alto
mi squaglio in un baleno,
son stanco e affaticato
ed anche assai sudato!

giovedì 12 maggio 2016

Cesine 2



Sono stato alle cesine
come tutte le mattine.
Dico a voi quel che ho veduto,
tutto quello che e' accaduto.

Ci son folaghe e gli aironi
che a volare sono buoni
quando sentono il rumore
d'una grossa bestia umana
che per loro e' cosa strana.

Sono stato pure al mare
ve lo devo raccontare.
Di qua il mare, la' il laghetto
questo non ve l'ho ancor detto.

Sulla spiaggia ho camminato
e le scarpe ho pur bagnato.
C'e' un bellissimo veliero,
forse del corsaro nero.

C'e' una nera tartaruga
che sta sopra il bagnasciuga.
Ci sta un tronco ormai seccato,
pare un mostro spiaccicato

e dei resti di conchiglia
che mi fanno meraviglia.
Com'e' bella la natura
se rimane casta e pura!

Mi son preso pure il sole
ma ora son senza parole.
Vi saluto con affetto:
sono stanco e vado a letto!

Amore vero


Paradosso dell'amore:
Tutto dona e niente vuole
Ed e' questo il mio pensiero:
Che l'amore, quello vero

sempre acceso come fiamma
sia l'amore d'una mamma!

E' un amore viscerale
Ed e' il nostro capitale
che ci resta per la vita
fino a che non sia finita!

mercoledì 4 maggio 2016

Riserva Naturale "Le Cesine"


Vado spesso alle Cesine
quasi tutte le mattine:
qui respiro l'aria pura
stando in mezzo alla natura.


Ci son folaghe, gli aironi
tartarughe e gli scorzoni,
serpentelli neri neri
che io scanso volentieri.

C'e' la volpe e il cormorano
ed e' tutto molto strano
di veder cotante bestie:
e' un paradiso terrestre!

Fra le piante il rosmarino,
pure timo e il biancospino,
le selvatiche orchidee
che son belle come dee.

Questo e' un libro naturale
e c'e' tanto da osservare:
proprio quello che mi piace
ed annego in tanta pace!

venerdì 29 aprile 2016

Viaggiare necesse est


Son diversi giorni
che lasciai la capitale.
A sud volevo andare
perche' i muri della stanza
non volevo piu' vedere,
percio' andai in vacanza.

Lungo la costiera
nei pressi di Maiori
alloggiai very well
al Reginna grand hotel.
Stava proprio sul mare:
un posto da amare.

Lungo la costiera
a Vietri sul mare
sono stato a mangiare
all'antico mulino
senza esagerare
nel conto da pagare.

Ho lasciato la costiera
per il lento Salento
ma ci staro' per poco.
A nord mi tocca andare
per il debutto alla scala
del nipotino Gabriele.

Non mi fermo mai piu'
perche' io credo che
importante non e' la meta
ma un viaggio senza fine.
Chi si ferma e' perduto
e con questo vi saluto!
A.M.

giovedì 21 aprile 2016

Santa Maria della Pieta' (ex manicomio provinciale)


Leggeri i miei pensieri
son felice più di ieri.
Mi tingo la faccia
allargo le braccia

e simulo il volo
di cento gabbiani.
Ne' ieri nè domani.
Son pieno d'amore

in questo posto di dolore
che è stato in passato
luogo scellerato.
Ci stavano i matti

non erano adatti
a vivere il loro
disagio profondo
la' fuori nel mondo.

giovedì 14 aprile 2016

Luna park (Prater)


Ma quant'e' bella
la grande ruota!
Che tremarella,
La testa e' vuota.

All'autoscontro
io sono stato,
l'otto volante
l'ho gia' provato.

Con il go-kart
quasi si vola,
dopo lo start
ho il cuore in gola.

Ma dopo un'ora
di questo spasso
cara signora
io gia' mi scasso!


lunedì 11 aprile 2016

Mercatino


Son venuto qui al mattino
per andare al mercatino;
ho sprecato un po' di grana
per la roba vecchia e strana:

sveglie, scatole, balocchi
pettinini pei pidocchi,
orologi d'ogni eta',
cianfrusaglie in quantita',

figurine di una volta
e robaccia d'ogni sorta,
cose in buone condizioni,
roba per le collezioni,

spazzatura riesumata
e un frustin per la frittata.
Fra un capriccio ed un imbroglio,
m'han svuotato il portafoglio.

Qui si trova proprio tutto,
pure quello che si butta;
devo dire in verita',
anche un po' d’umanita'.

venerdì 1 aprile 2016

Fiore di campo mosso dalla brezza




Fiore di campo mosso dalla brezza,
Mi fai vibrare il cuor di tenerezza.
Hai tutta l'armonia dell'universo:
Piu' ti guardo e piu' mi sento perso....

giovedì 31 marzo 2016

Poeta a tempo perso



Poeta a tempo perso,
Inutilmente perso,
Dal passato oscuro
E l'incerto futuro.

Sono al presente
Completamente assente.
La mia prossima meta?
La nullita' completa!

martedì 29 marzo 2016


Lampi di luce squarciano la notte
finche' non viene il giorno
e illumina il mattino d'occidente,
mentre di la' continua
la notte della vita.

Poveri disgraziati fuggono
da una terra violentata
depredata e impaurita:
vittime d'una odissea infinita...
lottano per la vita.

Vengono in occidente
perche' di gia' si muore la' in oriente.
Noi ricacciamo indietro 
ancor di piu' alla fame ed alla guerra
i figli della terra!

Passeggiando nel parco


Mi sveglio la mattina
e vado dentro il parco
vicino a casa mia:
che verde terapia!

Saluto la mentuccia,
la bianca pratolina,
l'ortica e il ramolaccio,
la coda cavallina,

la chelidonia e il lamio,
l'oglietto e la plantago
e il cardo lanaiolo,
rimasto solo solo.

Vagando dentro il parco
vicino a casa mia
cammino e non mi stanco:
che verde terapia!

Vanitas vanitatum et omnia vanitas!




Una notizia orribile ahime' vi devo dare:
il beneamato smartphone e' trapassato in mare.
Nel mio costum da bagno l'aveo dimenticato
e inavvertitamente  in mar mi son tuffato!

Ho pur cercato invano di far tornarlo in vita
ma nulla c'e' da far, ormai per lui e' finita! 
Per piu' d'un anno e mezzo e' stato il mio diletto
ed ora giace muto in fondo ad un cassetto!

Grandissimo sconforto, non so piu' cosa fare
se fare karakiri, oppur buttarmi a mare.
Sapete che vi dico? Io m'ero gia' stufato
e in men che non si dica un altro ho gia' ordinato!

venerdì 19 febbraio 2016

Ninna nanna Baglioni Trilussa

martedì 10 giugno 2014

Toro seduto


lunedì 3 marzo 2014

Fiorello, incidente stradale a Roma: ha investito un pedone. Al Gemelli in codice rosso: trauma cranico (da Blogo)

Gli ultimi aggiornamenti sullo stato di salute dello showman

12.20 La situazione al momento: Fiorello, vigile e cosciente, è in terapia intensiva, in osservazione per trauma cranico. Gli sono stati applicati alcuni punti di sutura. Il pedone investito è un uomo di mezza età, anche lui cosciente, con sospetta frattura a gamba e braccio. Sono entrambi ricoverati al Policlinico Gemelli di Roma. L’incidente è avvenuto questa mattina alle 9 circa: lo scooter guidato da Fiorello ha investito il pedone a Via della Camilluccia, nella zona nord della capitale.
11.55 Fiorello è stato valutato in codice rosso per amnesia: una volta giunto al Gemelli in ambulanza, lo showman non ricordava bene cosa fosse accaduto.
11.41 E’ ricoverato al Gemelli anche il pedone investito da Fiorello. Per lui sospetta frattura di gamba e braccio, lo comunica su Twitter il direttore responsabile di Adnkronos Alessia Lautone.
11.33 Fiorello è in osservazione in terapia intensiva per trauma cranico, secondo quanto riporta Adnkronos, che conferma anche che il presentatore siciliano è vigile e cosciente.
11.25 L’Ansa rettifica la notizia data in precedenza (parlava di codice verde), e adesso conferma quanto aveva già comunicato Adnkronos: Fiorello è arrivato al Gemelli in codice rosso. Si parla di alcuni traumi. Dall’ospedale della capitale arrivano però anche informazioni rassicuranti: Fiorello è vigile e non è in pericolo di vita...leggi tutto

sabato 21 dicembre 2013

Buon Natale e Felice Anno Nuovo!


lunedì 25 novembre 2013

Salento: gli ulivi risorgono, smascherando la bufala del “batterio killer” (da Salviamo il Paesaggio)

Chi si è recato nei giorni scorsi nelle aree “rosse”, quelle maggiormente colpite dal fenomeno dell’essiccazione degli ulivi, vi ha trovato alberi in pieno vigore rigenerativo. Tutto questo in uliveti abbandonati, che non hanno subito nessun intervento “curativo”, ed è tutto un tripudio di germogli e di nuova vegetazione!

L’area interessata comprende dagli 8.000 ai 10.000 ettari, e sarebbero fino a 600.000 gli alberi d’olivo che rischiano l’eradicazione. Numeri biblici, per uno scenario di devastazione da film di fantascienza! Pesticidi e diserbanti chimici da usare con la scusa di eliminare tutti i “serbatoi di inoculazione”, (si parlava, persino, di irrorazione dall’alto con l’uso degli aerei), e squadre, financo, di militari, lanciafiamme contro erbe e muschio, ed eradicazioni!

Si è parlato, non a caso, con preoccupazione e rabbia da parte dei cittadini, di “shoah degli ulivi”, e di “olocausto chimico del Salento”, e in tanti hanno perso il sonno per via degli incubi di tutto questo assurdo scenario da guerra contro tutto ciò che vuol dire Salento!

Il brutto gioco messo in piedi ad arte, e che oggi crolla rovinosamente, è ormai fin troppo palese. Dopo esser stati chiamati ad intervenire per studiare la particolare sintomatologia del disseccamento di alcuni rami degli ulivi, (chiamati anche da alcuni nostri attivisti, cittadini sensibili all’ambiente), dei tecnici preposti giunti sui luoghi vi trovano sugli alberi diversi patogeni, insetti e muffe, ma anche poi un batterio, di questo i primi studi ben dimostrano essere non patogeno per alcuna coltura e, addirittura, un batterio che esperimenti pubblicati, inoculato nell’ulivo, non ha dato mai sintomatologie patogene. “Si dà il caso che le indicazioni molecolari acquisite a Bari forniscano buoni motivi per ritenere che il ceppo salentino di Xylella fastidiosa appartenga ad una sottospecie (o genotipo) che non infetta né la vite né gli agrumi, e che esperienze statunitensi (California) indicano come dotato di scarsa patogenicità per l’olivo” (articolo pubblicato il 30 ottobre 2013 sul sito della Accademia dei Georgofili, per l’approfondimento sul caso degli olivi salentini)...leggi tutto

giovedì 19 settembre 2013

Dal Medico della Mutua

Mi sento depresso
di colpa ho il complesso,
ho l'ernia iatale
e quella inguinale
la prostata e' grossa
ho pure la tosse;
che cosa si rischia
se il polmone fischia?
La mutua rimborsa
il crollo di borsa?
Se prendero' il viagra
la mutua mi paga?

Per tutta risposta:
lei prenda un po' questa,
la pillola rossa
va presa al mattino
e questa qui bianca
se il calcio le manca,
poi questa supposta
se e' un poco indisposto;

ma se nel frattempo
non muore anzitempo
a giorni vedra'
stara' meglio si sa!

lunedì 19 agosto 2013

Il Giglio di mare, la pianta che nuota

Il Giglio di mare, scientificamente Pancratium maritimum, è una pianta, rara e misteriosa; un giglio bulboso della famiglia delle Amaryllidaceae, che cresce spontaneamente sui litorali italiani, ma viene anche coltivato come pianta ornamentale. Queste piante come tutte le specie di questa famiglia, nella stagione sfavorevole trascorrono un periodo di riposo completo perdendo tutta la loro porzione fuori terra, fusto e foglie, così da sparire completamente alla vista e resistere così alle temperature ed alle azioni aggressive invernali. Si tratta di una pianta monocotiledone; cioè che al germogliare del seme sviluppano una sola fogliolina, da qui mono-cotiledone. La pianta all’esterno assume forma di "cespo" che si allarga orizzontalmente, mentre sotto la superficie sabbiosa presenta un bulbo sotterraneo che produce bulbilli, attraverso i quali si riproduce per via vegetativa. Il fiore è una meraviglia della natura, bianco e con una forma dei petali che ricorda le bellissime orchidee. Si tratta di un fiore "ermafrodita" con impollinazione entomofila produce una capsula contenente molti semi di colore nero. Il vero seme è situato all'interno di una massa sugherosa e leggerissima, che permette il galleggiamento del seme come avesse un salvagente. Le onde delle mareggiate che raggiungono le dune raccolgono i semi dispersi tutt’intorno dalla pianta e li disseminano, grazie alle correnti, in altri punti della costa, anche lontanissimi, favorendo la disseminazione in nuovi territori. E’ per questo che tale disseminazione, molto originale come mezzo utilizzato, la navigazione, è chiamata “idrocora". E’ una formula adottata da questa ed altre poche specie, tra cui la più famosa è la disseminazione delle noci di cocco attraverso il mare che consente alle piante di distribuirsi tra molte isole. Questa pianta, per quanto bella è altresì velenosa e la sua fioritura avviene dal 15 luglio a fine agosto, quando, sul finire dell’estate si vedono le capsule verdi contenenti i semi; a settembre le capsule assumono sfumature marroni e lasciano intravedere all'interno i semi neri destinati a cadere al suolo e prendere la via del mare. Chi li trova è invitato naturalmente a fotografare i fiori e a respirarne il profumo ma si raccomanda di non cogliere o danneggiare le piante in alcun modo perche' essendo in via d'estinzione secondo la legge italiana sono specie protetta.

La TAP a San Foca: una bomba ad orologeria!


Esplosione di un gasdotto della Enterprise Products Partners nell'Illinois il 13 agosto 2013

domenica 21 luglio 2013

Ricordi d'estate di tanti anni fa

Ricordo quando il 15 di agosto di secoli fa si andava al mare con il cavallo e il carretto di mio nonno con tutti sul caretto oltre ad una quantita' incredibile di cose: sembrava che ci dovessimo restare per un mese e invece al tramonto si doveva tornare.Avevo quattro o cinque anni. Si partiva all'alba per arrivare col sole gia' alto per fare circa quindici chilometri. Sullu trainu ci stavo io, la nonna, la zia, lo zio, mio padre, mia madre, i miei due cugini e mi miei fratelli che non ricordo quanti fossero a quel tempo (alla fine fummo cinque) oltre a mio nonno che guidava. Lu cavaddhru malecarne si fermava spesso per mangiare l'erba che cresceva in qualche punto dello stradone bianco e verde e ogni tanto rosso scuro (la terra battuta), le ruote del carretto sobbalzavano in continuazione e prendevano tutte le pietre che sporgevano dall'erba. Ricordo che dopo aver bevuto e volendo buttare l'acqua che era rimasta nel bicchiere d'alluminio io che stavo sul bordo del carretto , mi ritrovai sotto il carretto a guardare le ruote e le zampe del cavallo, meno male che caddi dal bordo estremo e non davanti. Siccome a quell'eta' eravamo fatti di gomma, mi recuperarono senza danni e mi rimisero sopra. Ricordo che non c'erano case al mare: dove finiva la terra coltivata cominciava la sabbia e le dune e ogni tanto attraverso un varco fra le stesse si vedeva il mare. Il mare era qualcosa di strano e quella distesa sterminata di acqua mossa dalle onde ti lasciava senza fiato appena si arrivava. Arrivati al mare era' gia ora di cucinare perche'il mangiare era preparato nei tegami ma ancora da riscaldare e finire di cuocere (anche la famosa parmigiana dove ci si metteva di tutto perche' non si aveva niente). Il fuoco si faceva sulla sabbia con il legno recuperato sulla spiaggia e per riparare il fuoco dal vento si faceva un semicerchio di pietre (anche quelle recuperate sulla spiaggia). Ci si riparava dal sole sotto il carretto con delle coperte a mo' di tenda sulle stanghe. Appena arrivati al mare noi bambini ci buttavamo subito fra le onde togliendoci i vestiti e tenendo solo le mutande. I grandi essendo indaffarati, chi a preparare il fuoco chi a preparare il carretto con le coperte e legare il cavallo a qualche sasso o alberello ci lasciavano fare poi ci richiamavano sgridandoci perche' a ferragosto non si poteva fare il bagno, secondo la credenza popolare in quel giorno era pericoloso. Si mangiava a menzatia, un'orario compreso fra le dodici e l'una con un condimento di tanta sabbia quando si alzava il vento. Dopo aver mangiato le donne lavavano i tegami e le padelle con l'acqua del mare e la sabbia per togliere l'unto. Al mare noi bambini ci scatenavamo dopo mangiato, altro che dormire, e i grandi dovevano minacciarci di cose terribili per farci stare un po' piu' quieti e rimanere vicini a loro. Verso le sei si doveva ritornare per essere a casa prima del buio ed era allora che sul carretto noi bambini sfiniti ci finalmente ci addormentavamo sulla via del ritorno.

giovedì 25 aprile 2013

25 aprile 1945 - 2013

25 Aprile 1945

martedì 9 ottobre 2012

venerdì 31 agosto 2012

Curiosita' di Roma - San Nicola di Bari a Ostia

Storia della statua di San Nicola  nel borghetto dei pescatori a Ostia lido.
La statua di San Nicola, di provenienza ortodossa,in travertino, e' alta circa 3 m. e pesa pressappoco q. 15; fu donata dalla Turchia alla citta' di Bari, in quanto i suoi abitanti avevano eletto Nicola loro protettore.
Gli abitanti di Bari, avendo fatto scolpire una nuova statua al tempo della donazione, nell'anno 1928 pensarono di mandare la vecchia statua a Roma, in Vaticano.
L'allora Principe Chigi, don Lodovico, capitano della Guardia Svizzera in Vaticano penso' che il posto piu' idoneo alla statua fosse presso il Villaggio dei Pescatori di Ostia, poiche' San Nicola era il protettore della gente di mare.
In quel tempo il vecchio villaggio dei Pescatori si trovava in prossimita' dell'attuale stazione di Ostia "Castelfusano", in localita' "Torre Piastra". Don Lodovico e suo figliolo Sigismondo, detto "montino" residenti allora nella tenuta di famiglia della pineta di Castelfusano, si interessarono presso la Citta' del Vaticano per il trasferimento della statua, dopo aver sentito il parere dei vecchi pescatori, i quali furono ben contenti di accogliere San Nicola tra loro.
La statua di San Nicola arrivo' nel vecchio villaggio nell'anno 1929, trasportata da Roma con un camion di allora, un Fiat 12 bielle. Per sollevarla ed adagiarla sull'arenile fu costruito un cavalletto di legno a tre gambe (capra) con dei pali alti 8-10 metri (sostacchine), comandato da una carrucola ed una fune; dopo tanta fatica e tanta collaborazione dei pescatori la statua fu adagiata sulla sabbia, al centro del vecchio villaggio, davanti alla vecchia chiesetta, con lo sguardo rivolto verso ponente, ad indicare l'accesso alle casette dei pescatori.
La poderosa statua fu sempre un punto di incontro e spesso fu scalata, per gioco, dai figli dei pescatori come testimoniano le varie fotografie.
Quando nel 1933 fu terminato l'attuale Villaggio dei Pescatori e fu aperto il parco della Pineta di Castelfusano e le strade attigue, la statua insieme agli abitanti del vecchio Borghetto da Torre Piastra fu trasferita dove si trova tutt'ora e da allora San Nicola ha continuato a proteggere tutti i pescatori e le loro famiglie (ricerca storica a cura di Orietta Saraceni - Testimonianza storica a cura di Schiano Moriello Nicola, classe 1911)

San Nicola di Bari - Storia
Nato, come sembra a Patara nella Licia (Asia Minore), intorno al 270 d.c., unico figlio di pii e ricchi genitori, Nicola divenne ben presto famoso per le sue elette doti di pieta' e carita'. Il primo esempio ci venne offerto dal suo splendido intervento per salvare dal disonore le tre giovani figlie di un uomo caduto nella piu' squallida miseria, gettando loro di nascosto, nottetempo, nella loro casa, dalla finestra tre borse piene d'oro, in quanto il padre delle tre fanciulle, non potendo regalare loro la dote, si accingeva ad abbandonarle ad una vita di peccato.
Questo episodio ci svela il significato dell'iconografia del Santo che viene rappresentato con un libro sul quale sono appoggiate tre sfere dorate simbolo dei tre sacchetti di monete d'oro con i quali San Nicola salvo' le tre fanciulle dalla prostituzione.
Nicola entro' nel monastero di Sion (Licia), diventando in seguito, per volere divino, arcivescovo della chiesa metropolitana di Mira (l'attuale villaggio turco di Dembre) e partecipando forse al primo concilio di Nicea del 325.
Nicola si distinse subito per il suo ardente zelo pastorale e la sua immensa bonta', operando grandi miracoli, che lo fecero considerare un santo anche da vivo. E' noto come egli rese la liberta' a tre ufficiali condannati ingiustamente a morte dall'imperatore Costantino; come salvo' dei marinai da un naufragio calmando una furiosa tempesta; come preservo' il suo paese dalla carestia incombente, come risuscito' tre giovani chierici assassinati da un albergatore che voleva impossessarsi del loro denaro.
Si narra, inoltre, come Nicola, all'epoca di San Gregorio Magno, abbia sofferto anche la prigione per la fede, da lui coraggiosamente confessata, dal tempo della persecuzione di Diocleziano sino all'editto di Costantino.
San Nicola e' uno dei santi piu' popolari di tutta la cristianita', il cui nome e' egualmente ed ampliamente diffuso sia in Oriente, dove visse ed opero', sia in Occidente, dove sono conservate le sue sacre reliquie, che l'Italia custodisce a Bari: per questa ragione il gran taumaturgo di Mira e' comunemente conosciuto anche come San Nicola di Bari.
Morto il 6 dicembre di un anno compreso tra il 345 ed il 352, il Santo Vescovo Nicola fu sepolto nella chiesa di Mira, dove i suoi resti mortali, fatti sempre segno della piu' profonda venerazione, rimasero sino al 1087, allorche' vennero trafugati da alcuni mercanti italiani che li trasportarono da Mira a Bari, di cui fu eletto Patrono al posto dell'antico protettore San Sabino e dove sul suo sepolcro gli venne eretta una grandiosa ed austera Basilica, meta tutt'ora di incessanti e devoti pellegrinaggi.
San Nicola, santo patrono di Russia, e' anche santo patrono dei fanciulli, degli studiosi, delle vergini, dei marinai e dei mercanti e nel Medioevo fu considerato persino dai ladri come loro protettore.

Usanze
Dalla leggenda dei doni segreti fatti da Nicola alle tre figlie dell'uomo povero, proviene l'abitudine di fare doni in segreto la notte di San Nicola (6 dicembre); per la prossimita' delle due date, il Natale e San Nicola vengono celebrati insieme in molti paesi dell'Europa centrale e settentrionale: Santa Claus, il nome del barbuto e bonario personaggio che porta i doni ai bambini alla vigilia di Natale, e' infatti una derivazione del nome Sanctus Nicolaus. (Ricerca storica a cura di Orietta Saraceni)

giovedì 16 agosto 2012

Il quadrato magico SATOR AREPO (da Wicca)

L’artificio più famose utilizzato sui talismani è il quadrato magico contenente questa formula: SATORAREPOTENETOPERAROTAS
Le parole latine contenutevi si leggono dall’alto a basso e viceversa, da destra a sinistra e viceversa.
Se identifichiamo il Sator (seminatore) con Dio Creatore si potrebbe proporre la seguente traduzione:
“Il Creatore mantiene con cura le proprie opere”
Non se ne conosce esattamente la provenienza ma ciò che appare più misterioso è il fatto che le lettere che compongono il quadrato magico sono le stesse che compongono la parola “pater noster” (padre nostro in latino) con in più una A ed una O (alfa ed omega: l’inizio e la fine di ogni cosa)...leggi tutto

sabato 16 giugno 2012

Ode al vino di Pablo Neruda

VINO color de día,
vino color de noche,
vino con pies de púrpura
o sangre de topacio,
vino,
estrellado hijo
de la tierra,
vino, liso
como una espada de oro,
suave
como un desordenado terciopelo,
vino encaracolado
y suspendido,
amoroso,
marino,
nunca has cabido en una copa,
en un canto, en un hombre,
coral, gregario eres,
y cuando menos, mutuo.
A veces
te nutres de recuerdos
mortales,
en tu ola
vamos de tumba en tumba,
picapedrero de sepulcro helado,
y lloramos
lágrimas transitorias,
pero
tu hermoso
traje de primavera
es diferente,
el corazón sube a las ramas,
el viento mueve el día,
nada queda
dentro de tu alma inmóvil.
El vino
mueve la primavera,
crece como una planta la alegría,
caen muros,
peñascos,
se cierran los abismos,
nace el canto.
Oh tú, jarra de vino, en el desierto
con la sabrosa que amo,
dijo el viejo poeta.
Que el cántaro de vino
al beso del amor sume su beso.

Amor mio, de pronto
tu cadera
es la curva colmada
de la copa,
tu pecho es el racimo,
la luz del alcohol tu cabellera,
las uvas tus pezones,
tu ombligo sello puro
estampado en tu vientre de vasija,
y tu amor la cascada
de vino inextinguible,
la claridad que cae en mis sentidos,
el esplendor terrestre de la vida.

Pero no sólo amor,
beso quemante
o corazón quemado
eres, vino de vida,
sino
amistad de los seres, transparencia,
coro de disciplina,
abundancia de flores.
Amo sobre una mesa,
cuando se habla,
la luz de una botella
de inteligente vino.
Que lo beban,
que recuerden en cada
gota de oro
o copa de topacio
o cuchara de púrpura
que trabajó el otoño
hasta llenar de vino las vasijas
y aprenda el hombre oscuro,
en el ceremonial de su negocio,
a recordar la tierra y sus deberes,
a propagar el cántico del fruto.

venerdì 15 giugno 2012

Pensiero di-vino

Vino color rubino,
Prezioso come l'oro:
"Oh nettare divino
Tu fai cantare in coro!"

Tu dai colore al viso,
Tu provochi il sorriso
E con sincerita'
Fai dir la verita'.


La vita e' una durezza
Per quei che non t'apprezzan
Son brutti e pure storti:
"Che il diavol se li porti!"

Che venga biasimato
Chi il vino ha disprezzato
E sempre sia lodato
Il fesso che ha pagato!

domenica 10 giugno 2012

sabato 9 giugno 2012

venerdì 11 maggio 2012

Fate fogli di poesia (un omaggio ad Antonio Leonardo Verri)

Ieri sera nella sede del Fondo Verri a Lecce ho assistito alla prima delle manifestazioni della rassegna "Le cose di Maggio": un omaggio ad Antonio Leonardo Verri il poeta scrittore di Caprarica che vendeva i suoi foglietti per cento lire agli angoli delle strade di Lecce (questa descrizione e' un po' riduttiva e non rappresenta il personaggio nella sua totalita'). Le immagini i ricordi e gli aneddoti dello scrittore salentino, incantatore di parole e instancabile attivista culturale forse mi hanno non poco influenzato e stamattina mi e' venuto spontaneo scrivere questo:
La cultura non e' letteratura
la cultura e' cio' di cui sei permeato
e' il posto dove sei nato
la madre che ti ha generato
il padre che ti ha insegnato
quello che hai mangiato
cio' che hai amato
cio' per cui hai lottato e ti sei arrabbiato
la terra che hai calpestato
il mare che hai attraversato
la cultura e'... tutto quello che sei
...e se non lo sei piu' vegeti ancora ma sei morto!
Ma quello che scriveva lui era molto piu' forte. Qui di seguito riporto il suo manifesto:
***
Cominciate, poeti, a spedire fogli di poesia 
ai politici, gabellieri d'allegria,
a chi ha perso l'aria di studente spaesato
a chi ha svenduto lo stupore di un tempo
le ribalte del non previsto,
ai sindacalisti, ai capitani d'industria
ai capitani di qualcosa,
usate la loro stessa lingua
non pensate, promettete
..."disarmateli" se potete!
(al diavolo le eccedenze, poeti
le care eccedenze, le assenze anche,
i passeri di tristezza, i rapimenti
i pendoli fermi, i voli mozzi, i sigilli
le care figure accostate al silenzio
gli addentellati, i germogli, gli abbagli ...
al diavolo, al diavolo ...)
Disprezzate i nuovi eroi, poeti
cacciateli nelle secche del mio gazebo oblungo
(ricco di umori malandrini, così ben fatto!)
fatevi anche voi un gazebo oblungo
chiudeteci le loro parole di merda
i loro umori, i loro figli, il denaro
il broncio delle loro donne, le loro albe livide.
Spedite fogli di poesia, poeti
dateli in cambio di poche lire
insultate il damerino, l'accademico borioso
la distinzione delle sue idee
la sua lunga morte,
fatevi poi dare un teatro, un qualcosa
raccontateci le cose più idiote
svestitevi, ubriacatevi, pisciate all'angolo del locale
combinate poi anche voi un manifesto
cannibale nell'oscurità
riparlate di morte, dite delle baracche
schiacciate dal cielo torvo, delle parole di Picabia
delle rose del Sud, della Lucerna di Jacca
della marza per l'innesto
della tramontana greca che viene dalla Russia
del gallipolino piovoso (angolo di Sternatia)
dell’osteria di De Candia (consacratela a qualcosa!).
Osteggiate i Capitoli Metropolitani, poeti
i vizi del culto, le dame in veletta, "i venditori di tappeti"
i direttori che si stupiscono, i direttori di qualcosa,
i burocrati, i falsi meridionalisti
(e un po' anche i veri) i surrogati
le menzogne vendute in codici, l'urgenza dei giorni sfatti,
non alzatevi in piedi per nessuno, poeti
...se mai adorate la madre e il miglio stompato
le rabbie solitarie, le pratiche di rivolta, il pane.
Ecco. Fate solo quel che v'incanta!
Fate fogli di poesia, poeti
vendeteli e poi ricominciate.
Fatevi disprezzare, dissentite quanto potete
fatevi un gazebo oblungo, amate
gli sciocchi artisti beoni, i buffoni
le loro rivolte senza senso
le tenerezze di morte, i cieli di prugna
le assolutezze, i desideri da violare, le risorse del corpo
i misteri di donna Catena.
Fate fogli di poesia, poeti
vendeteli per poche lire!
Antonio Leonardo Verri (Caprarica di Lecce, 22 febbraio 1949 – 9 maggio 1993)
***
Per conoscere meglio chi fosse Antonio Verri:
Un articolo su Antonio Verri (di Salvatore Colazzo)

martedì 8 maggio 2012

Pensiero del mattino

Come una sigaretta
va in fumo
la vita ,
ma vale la pena
d'essere vissuta.
Amala e vivila sino in fondo:
non cercarne il senso,
sei tu che devi dare un senso a questa vita!

martedì 24 aprile 2012

Roma citta' eterna?

Villa Adriana - Tivoli
I Visigoti, gli Unni e gli Ostrogoti
furono peggio dei terremoti,
come i barbari fecero i Barberini:
ora tocca ad Alemanno e Polverini!

"La discarica a Corcolle,
mai vi fu cosa piu' folle,"
nei pressi di villa adriana:
"cosa ti va a pensar sta popolana"!

Ma quel che non sopporto
e' l'assalto al pubblico trasporto
dei parenti del sindaco Alemonno:
"'tacci tua e de tu nonno!"
Dice:"Roma e' sicura, tutto e' a posto"
"ma vattela a pijar 'nder posto!"

venerdì 7 ottobre 2011

Ieri sera al Teatro Valle Occupato

Grande serata ieri sera al Teatro Valle Occupato dal 14 giugno.Con il teatro strapieno, dapprima c'e' stato un omaggio ad Anna Politkovskaja, la giornalista russa assassinata forse come regalo per il compleanno di Putin il 7 ottobre. C'e' stato un collegamento audiovisivo con Mosca davanti alla casa della giornalista. Poi Teresa De Sio in concerto che ha presentato in anteprima il nuovo album "Tutto Cambia". Prima del concerto e' salita sul palco Lucia Annunziata che ha fatto parlare anche Michele Santoro epurato alla Rai e Vauro Senesi che debutta oggi in edicola con la nuova edizione della gloriosa testata satirica "Il Male".Il 15 ottobre ci sara' una grande manifestazione di piazza (dalle 14 in poi) con il carro dello storico Teatro Valle che sfilera' per la citta'. Il Valle e' un bene comune non per natura ma per esigenza sociale e non deve diventare un bistrot! Nella foto lo striscione con la scritta "Come e' triste la prudenza!"

Guarda il sito e la programmazione del Teatro Valle Occupato: http://www.teatrovalleoccupato.it/

leggi l'articolo: Teatro Valle occupato dai lavoratori "Come l'acqua, l'aria, ora la cultura" (da la Repubblica)

leggi l'articolo e guarda le immagini: Il Male torna a graffiare in edicola (da la Repubblica)

domenica 14 agosto 2011

Buon Ferragosto!

Se a ferragosto
tu vai arrosto
diventi bello
come l'Otello!

E vai al mare,
non disperare,
con noncuranza
mostra la panza!

martedì 21 giugno 2011

Neue Philarmonie Munchen a Roma ieri 20 giugno 2011


Splendido concerto ieri sera nell'Aula Magna della Sapienza da parte dei giovanissimi musicisti della Neue Philarmonie Munchen (il piu' vecchio ha 25 anni).Come primo pezzo il delicato Adagietto di Mahler, seguito dall'orecchiabile Concerto in la maggiore di Mozart ed infine il pezzo forte: la maestosa Scozzese di Mendelssohn. Grazie per l'invito a Romace'. Concerto indimenticabile!

giovedì 12 maggio 2011

Ragazze in bikini… di epoca romana! (da il Potere della Fantasia)

Quando fu inventato il costume da bagno detto bikini? Dalle foto che vi facci vedere capiremo subito che il bikini non è per nulla una moda moderna. Nelle immagini di questo post, possiamo infatti vedere i famosi mosaici della Villa Romana del Casale, presso Piazza Armerina (EN) che mostra delle ragazze in bikini. Ovviamente non si trattava di costumi da bagno, ma di “indumenti sportivi”. In epoca romana infatti non esisteva il concetto di “bagno a mare” che nascerà solo molto più tardi, intorno al 1870.
I mosaici mostrano diverse ragazze impegnate in attività sportive mentre indossano il bikini...leggi tutto